25/12/01

Il presepe di Vrù


Ho appreso da un trafiletto di stampa che Francesco Berta non festeggerà il Natale 2001. In suo ricordo, ripubblico qui il testo di presentazione di un album fotografico realizzato nel 1990 in 50 copie, con stampe originali in Cibachrome, di fotografie prese a Vrù nell'estate del 1984.

È tutta opera di Francesco Berta.

Questo è il nome dell'autore di un piccolo presepe meccanico dedicato ai mestieri ed alla vita dei montanari. Sessantasei anni, contadino "con qualche bestia", licenza elementare "come tutti ai suoi tempi", Francesco risiede dalla nascita a Vrù, graziosa frazione di Cantòira in Val Grande di Lanzo.

Vrù oggi è abitata tutto l'anno solo da poche persone, per lo più anziane, ma di certo nel passato traboccava di vita, come tante altre borgate alpine. Una vita dura, povera e tuttavia rimasta nel cuore e negli occhi di Francesco; e così i gesti, le attività, gli aneddoti ed i personaggi che hanno accompagnato la sua esistenza rivivono per noi nel presepe di Vrù.

Un'idea nata circa vent'anni fa, forse durante la lunga pausa invernale dei lavori agricoli. Con molta pazienza ed ingegnosità Francesco mise insieme i pezzi del suo presepe: costruì le statuine, le dipinse, le vestì con materiali di recupero e con motorini di vecchie lavatrici diede loro il movimento.

Ancora oggi aggiunge più o meno ogni anno una nuova figurina sempre ispirata ai mestieri scomparsi od alla vita di montagna. Una passione ed uno sforzo certamente meritori che potevano però essere niente più di un estroso esempio della creatività individuale, sul genere delle varie torri di Pisa fatte di fiammiferi, tanto per intenderci.

Invece l'opera di Francesco Berta va oltre. Con serena pacatezza e buon senso montanaro, Francesco ci sta regalando una preziosa testimonianza culturale. Il mugnaio, la lavandaia, l'arrotino ed ogni altro personaggio compiono i gesti caratteristici della loro attività con tale precisione che chiunque porti ancora in sé il bambino che fu, non può non ritrovarsi almeno per un momento all'interno del villaggio di Francesco.

È questo attimo prezioso che dà grande valore al presepe e sempre più persone, spinte da un crescente passaparola, ne rimangono attratte. A Vrù ogni estate aumenta il numero dei visitatori che, accompagnati dalla calorosa cortesia di Onorina, sua sorella, ammirano l'opera di Francesco Berta.

Sembra una leggenda di Natale ottocentesca ed invece è la bella realtà di un degno erede del primo ideatore del presepe, un altro Francesco di un altro paese d'Italia, Assisi, che nel 1223. a Greccio, vicino a Rieti, diede inizio alla tradizione di rappresentare, a Natale, la nascita del Cristo, dapprima con l'intervento di persone e poi con le tipiche statuine.

Spero che le stampe fotografiche originali raccolte in questo album, reso possibile dalla sensibilità dell'Azienda Acquedotto Municipale di Torino, rendano giustizia al lavoro di Francesco Berta e stimolino nel lettore il desiderio di una visita o di un ritorno, se già lo conosce, al presepe di Vrù.


Fulvio Bortolozzo
(Natale 1990)